Radon

Si riporta uno stralcio della relazione pubblicata dall’ARPA Lombardia “Campi

elettromagnetici: conoscenze attuali e misure a Pavia”

http://ita.arpalombardia.it/ita/console/files/download/60/16.pdf

http://ita.arpalombardia.it/ita/console/files/download/28/campi_em_pavia...

 

Il radon – gas naturale radioattivo proveniente dal decadimento dell’uranio e del radio naturalmente presenti sulla Terra – origina principalmente dal suolo, dalle rocce, dai materiali da costruzione e dalle falde acquifere: fuoriesce facilmente da tali matrici disperdendosi all’aria aperta o, viceversa, accumulandosi negli ambienti chiusi.

Generalmente si registrano concentrazioni di radon più elevate nei seminterrati e ai piani bassi, soprattutto se i locali sono mal ventilati o mal isolati dal terreno, in quanto la sorgente principale del gas – in Lombardia, e in Italia in generale – è il suolo.

Il radon rappresenta la fonte principale d’esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti naturali: può fissarsi alla polvere presente nell’aria e, attraverso la respirazione, depositarsi nei bronchi e nei polmoni fungendo da sorgente emissiva interna.

 La normativa italiana (D.Lgs. 230/95 e successive modifiche integrative) considera le problematiche connesse all’esposizione al radon negli ambienti di lavoro, ma non nelle abitazioni; il riferimento è quindi la raccomandazione dell’Unione Europea 90/143/Euratom che indica i valori oltre i quali intraprendere provvedimenti nelle abitazioni esistenti e in quelle di nuova edificazione (abitazioni esistenti: 400 Bq/m3; nuove edificazioni: 200 Bq/m3).

Poiché una ricerca degli anni ’90 aveva rilevato che la media dei valori negli ambienti abitativi indagati risultava tra le più alte a livello nazionale, la Regione Lombardia nel 2003 realizzava una campagna regionale di misura di radon indoor allo scopo di avere informazioni dettagliate. Sono state effettuate circa 3.600 misure di durata annuale, localizzate in 541 comuni e in locali di abitazioni o luoghi di lavoro posti al pian terreno ed aventi caratteristiche omogenee.

Il 4,4% delle misure effettuate ha rilevato valori superiori a 400 Bq/m3 e le province più interessate da questa problematica sono quelle a carattere montano (Bergamo, Brescia, Lecco, Sondrio e Varese). Nelle province di Lodi e Cremona, invece, le concentrazioni sono risultate sempre inferiori a 200 Bq/m3.

Dalla figura sottostante risulta chiaramente che Lodrino viene classificato come un comune ad alto rischio di presenza di Radon nelle abitazioni.

 

Figura: Figura tratta dall’articolo “Radon in Lombardia: dai valori di concentrazione indoor misurati, all’individuazione dei comuni con elevata probabilità di alte concentrazioni. un approccio geostatistico” di Borgioni R. et. al. Presentato al Convegno Nazionale di Radioprotezione: Sicurezza e qualità in radioprotezione svoltosi a  Vasto Marina, 1  il  3 ottobre 2007.

 

 

Con nota del 04/11/2010l’ASL di Brescia – Distretto Socio-Sanitario n. 4 di Gardone VT, fornisce le seguenti informazioni circa il monitoraggio sulla presenza di gas Radon a Lodrino:

 

  • l’elenco, corredato di indirizzo, dei siti individuati nella campagna regionale di monitoraggio del Radon indoor 2003 dal Dipartimento di Prevenzione Medico, da cui risulta il superamento del valore limite di 400 Bq/mc in un punto:

 

Generalità

Destinazione d’Uso

Ubicazione

Concentrazione media annuale (Bq/m

omisses

*****

***

717

omisses *****

***

85

omisses

*****

***

85

omisses

*****

***

196

omisses

***** ***

156

 

Figura:  punti in cui è stato monitorata la presenza di radon e relativo valore in Bq/mc. In arancio il punto in cui è stato superato il limite.

 

  • Il Comune di Lodrino è stato inserito anche nella campagna Radon 2009/2010, i cui controlli, effettuati da ASL -  Dipartimento di Prevenzione, sono attualmente in corso e di cui, pertanto, non sono ancora noti i risultati (si riporta di seguito la scheda informativa pubblicata da ASL). 

 

Nei casi in cui il livello di radon misurato supera il valore limite raccomandato dalla comunità europea, viene consigliata l’assunzione, da parte dei proprietari/utilizzatori degli immobili, di provvedimenti volti ad incrementare la ventilazione dei locali e soprattutto ad impedire, o perlomeno ridurre, l’ingresso del radon dal terreno.

Un primo intervento, di immediata attuazione per favorire l’allontanamento dell’inquinante, è rappresentato dal miglioramento della ventilazione dei locali, sia incrementando la ventilazione naturale (es. apertura finestre), sia installando impianti di ventilazione sussidiaria.

Contemporaneamente, allo scopo di ridurre l’ingresso del radon, devono essere utilizzate tecniche quali la ventilazione dei vespai (se esistenti) e dei locali interrati, nonché la sigillatura di tutte le possibili vie di ingresso dalle pareti e dai solai a contatto con il terreno (crepe e fessure – porte di accesso a locali interrati – ecc.).

 

Per approfondimenti:

  • RADON - Guida per i cittadini
  • Campagna di monitoraggio 2009-2010

Allegati

campagna RADON

Note: Scarica l'allegato

RAdon: guida ISPESL per i cittadini

Note: Scarica l'allegato

Ultima modifica: Gio, 12/11/2015 - 09:51